martedì 30 novembre 2010

FRANCESCO TORALDO COMPOSIZIONI MUSICALI PROGETTO BANCARTIS

COMUNICATO STAMPA

Sabato 18 dicembre, nell’ambito del progetto BANCARTIS, ormai giunto alla sua quarta edizione, presso la Sala De Cadorna del centro direzionale BCC Mediocrati di Rende, verrà presentata l’opera Buster Williams del pittore Francesco Toraldo. Il dipinto è un’anticipazione della mostra che il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) dedicherà all’artista a partire da marzo 2011.
Nato a Catanzaro nel 1960, Toraldo è un pittore la cui peculiarità espressiva è data da un suggestivo e coinvolgente intreccio di narrazioni figurative che non provengono tanto da un progetto precostituito, quanto da un ardore guidato dalla memoria e dalle emozioni. Dalla biografia di questo artista si evince un certo spirito ribelle. A suo tempo, infatti, egli non ha voluto portare a termine gli studi accademici, che gli sono comunque stati utili come base di apprendistato. Il suo vero maestro è stato il padre Enzo, anch’egli pittore, il quale ha saputo infondergli l'amore istintivo per una figurazione forte e calibrata. Le capacità espressive di Francesco Toraldo si effondono nella sua opere con gli effetti vibrati di colori primari e puri che sono evidenti sintomi di un animo che non ama certo tenere sotto controllo la propria fantasia, interpretando il mondo attraverso il filtro delle emozioni; un pittore dotato di un’estrema sensibilità per la rivelazione del particolare inserito in un contesto visivo dove prevale un espressionismo venato di dolcezze post-romantiche.
L’opera che entra a far parte della collezione BANCARTIS, è un esempio quintessenziale dell’arte di Toraldo. A colpire immediatamente lo sguardo dello spettatore è il rosso brillante del contrabbasso, esaltato dal contrasto con le mani bianche del musicista che sembrano volare sopra lo strumento, sfiorandolo e sfumando nel passaggio tra le note, quasi fossero fatte di polvere di gesso. Il tutto da vita  ad una figurazione calda intrisa di vibrazioni, di palpiti e di passione, fatta di un’immediatezza segnica che sembra nascere direttamente dal colore, senza la necessità di un disegno preparatorio. Il dipinto si genera dall’intreccio istintivo dei colori sulla tela che scaturisce in un’opera informale su cui, successivamente, il pittore costruisce le sue magnifiche figurazioni astratte.
Francesco Toraldo ha tradotto la sensibilità Fauve, lo studio sul movimento tipico dei Futuristi – e di Balla in particolare –, i visi espressionisti leggermente deformati, in una capacità tutta personale di dipingere la musica, di fare del jazz con gli strumenti della pittura, perdendosi in raffinati assoli fatti di esplosioni cromatiche e tempeste segniche.

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Progetto BANCARTIS.
FRANCESCO TORALDO, composizioni musicali

Luogo:  BCC MEDIOCRATI, Sala “De Cardona”, Centro Direzionale BCC Mediocrati, Via Alfieri, Rende (Cs)
Curatore:  Federico Bria
Vernissage: 18 dicembre 2010 ore 17:00, L’opera rimarrà in esposizione fino al 17 dicembre 2011
info:    BCC Mediocrati – tel. 0984841811
ufficio stampa MACA – tel. 0119422568, maca@museovigliaturo.it

domenica 21 novembre 2010

Giacomo Favretto

Venezia nell’Ottocento

Venezia durante l’Ottocento si trova in umiliante situazione del tutto particolare sotto la dominazione austriaca, dopo le vicissitudini napoleoniche seguite alla sua caduta come Repubblica Serenissima nel 1797.
La città della grande tradizione paesaggistisca settecentesca di Guardi e di Canaletto, soggetto vivo di infinite opere di artisti europei, meta dei maggiori intellettuali europei (Turner, Corot, Bonington). Le nuove idee pittoriche erano state introdotte dai numerosi artisti lombardi e toscani dopo la rivoluzione del 1848-49 mentre Domenico Bresolin insegnava una pittura ispirata direttamente alla natura.
Va imponendosi un filone realista, ricco di forti personalità artistiche, che conserva, rispetto alle altre realtà italiane, un peculiare accento.
L’unione con l’Italia nel 1866 determina la liberazione da un incubo: Venezia in questa posizione di povertà e di prostrazione comincia a ricostruire anno per anno la nuova realtà di provincia italiana indipendente.
Gli artisti più importanti dell’Ottocento a Venezia ebbero destini diversi: Canova, Hayez, Favretto, Zandomeneghi, Ciardi, Nono, perché giudicati su un diverso piano culturale.

Biografia
Giacomo Favretto nacque a Venezia l'11 agosto 1849.
Figlio di Domenico di professione falegname, padre di modestissime condizioni economiche, e di Angela Brunello, fece diversi mestieri. Le sue capacità nel disegno vennero seguite in primis dal Conte Antonio de Zanetti e dallo zio di questi, il pittore Gerolamo Astolfoni. Purtroppo la miseria in casa Favretto era grande, e s’imponeva la necessità che anche il ragazzo si guadagnasse il pane. Fu quindi fatto entrare come garzone in una bottega di cartolaio. Lì, nelle ore di quiete si dilettava a disegnare a matita delle figurine di persone e di animali e, con innata abilità, coglieva i profili dei clienti che frequentavano la cartoleria. Questi schizzi un giorno furono notati da tal Vincenzo Favenza, antiquario, che li ammirò tanto da insistere col padre del giovane ed ottenere che gli assicurassero un’educazione artistica. Venne mandato a bottega da un modesto pittore veneziano Francesco Vason, dal quale apprese le prime nozioni di pittura e lo iscrisse, nel 1864, all'Accademia delle belle arti dove ebbe quali insegnanti il Grigoletti ed il Molmenti. Continuerà a frequentare l’Accademia fino al 1877/’78, anche dopo la conclusione degli studi nel 1870.
Oppresso dalla leziosità romantica e dal manierismo accademico dominanti a Venezia verso la metà del secolo, faticò inizialmente a trovare la sua strada artistica ma tra il 1871 e il 1874 dipinse in modo sapiente e ben costruito piacevoli scene di interni familiari, in cui si mostra più attento ai valori e agli effetti del chiaroscuro che a quelli cromatici.
Nel 1873 dipinse un nuovo capolavoro, “La lezione di anatomia”, in cui vengono sperimentati con successo rapporti cromatici e di prospettiva del tutto nuovi. Il lavoro migliore di questo periodo è “I miei cari” 1874.
Intanto la fama della sua genialità cominciava ad uscire dalla piccola e chiusa Venezia: scrive Boito (, 1874): “Nei veneti ci sono due novellini eccellenti, Giacomo Favretto e Luigi Nono…”.
Dedicatosi poi allo studio della grande tradizione veneziana, ne trasse la spinta a uno sforzo costante per ottenere una potente impressione realistica, che già si rivela nel bozzetto “La sartoria” del 1876; mentre “Il sorcio” del 1878 mostra una scena vivacissima, la prima espressione di un episodio umoristico popolare.
Nasce a Venezia il “Verismo”, che vedrà in Favretto il maggiore artefice, l’iniziatore, e che probabilmente con la sua morte, nel 1887, in un certo senso chiuderà questo capitolo della pittura veneziana.
Nel 1879 partì, insieme a Gugliemo Ciardi per Parigi, il viaggio segnò l'inizio della sua fortuna artistica ed economica poiché ebbe moltissime richieste di lavoro da parte dei commercianti inglesi e tedeschi. Il profitto artistico tratto da questo viaggio è rappresentato da una pennellata più movimentata, ma in sostanze l'artista rimane sempre legato strettamente all'ambiente veneziano.
Intorno al 1880 raggiunge un grande equilibrio perseguendo un compatto oggettivismo, facendo tesoro delle esperienze altrui senza mai rinunciare alla propria originalità. Poiché possedeva una notevole memoria visiva, svolgeva il proprio lavoro senza necessità di alcun modello, dipingendo tutto a memoria.

Fu innovatore e anche un ribelle, temperato dal freno della tradizione e attento osservatore della vita quotidiana. Il Favretto non si può intendere se non in quella riproduzione della vita popolare, in una posizione del tutto mutata rispetto agli artisti veneti delle altre epoche e perciò per individuarlo in piena luce bisogna entrare nello spirito della città nella sua epoca. Molti dei suoi quadri riproducono la vita popolare veneziana: con “El difeto xe nel manego” del 1881 da un esempio di commedia maliziosa, con “Il mercato di San Polo” del 1883 offre un modello incomparabile di pittura chiara e squillante, in “Susanna e i Vecchioni” e “Dopo il bagno” giunge a trascurare la determinazione dei personaggi per rendere in un fiume di luce la poesia intima dell'ambiente.
Nel 1884 inviava all’Esposizione di Torino cinque quadri, che ottennero un lusinghiero successo di critica e pubblico. Sempre in questo periodo dipingeva quadri famosi come El liston, prezioso studio compositivo ispirato al costume settecentesco, La zanze, La Nina, El me dise rossa mia, Caldo, tanto per citare i più significativi.
In genere tutti i dipinti del pittore trionfarono alle esposizioni italiane e straniere e fù uno dei pochi pittori che ebbe in vita onori e ricchezze.
Ad un certo punto il suo genio equilibrato accenna a qualche stanchezza “un abuso di colore che non riesce a dissipare l'oscurità di fondo ed anzi toglie trasparenze alle ombre, forse un'eccessiva compiacenza al pezzo di bravura, sembrano svuotare il verismo integrale cadendo forse nel “generismo”. Ma nonostante le violente critiche rivolte a quest'ultimo Favretto restano molte le opere che testimoniano di lui come un grandissimo artista.
Sappiamo che l’Ottocento è molto lungo e con diversi aspetti, ma è necessario cogliere quello dei vent’anni in cui lavorò Favretto esattamente dal 1866, da quando era tra i banchi di scuola diciasettenne, a quando morì a trentotto anni.
La sua breve carriera terminò durante l’Esposizione di Venezia del 1887, che fu per lui un vero trionfo.
Non scampò alla febbre tifoide e morì il 12 giugno 1887.
Termina così con Favretto, un capitolo glorioso della pittura veneziana dell’Ottocento.


lunedì 15 novembre 2010

Mediterraneo da Courbet a Monet a Matisse, presso Palazzo Ducale a Genova

Dopo il grande successo della prima giornata di apertura al pubblico della mostra di Castel Sismondo a Rimini, Parigi. Gli anni meravigliosi. Impressionismo contro Salon, con presentazioni, spettacoli e concerti che hanno richiamato quasi tremila persone da tutta Italia, Linea d’ombra è lieta di offrire a tutti i suoi affezionati visitatori altri grandi eventi in occasione della prima giornata di apertura al pubblico, il prossimo 27 novembre, della mostra Mediterraneo da Courbet a Monet a Matisse, presso Palazzo Ducale a Genova. Si tratta dell’attesissima esposizione dedicata a due secoli di pittura francese, dalla metà del Settecento alla metà del Novecento, condotta sulle rive di quel mare e nel suo immediato entroterra provenzale. Una straordinaria mostra sul colore, dal Settecento di Vernet e Robert, all’Ottocento di  Courbet, Monet, Van Gogh, Renoir, Cézanne e Munch fino al Novecento di Braque e Matisse.
Il Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Genova sarà teatro, sabato 27 novembre, dalle 18 alle 23, di alcuni importanti appuntamenti, riservati a coloro che saranno in possesso del biglietto d’ingresso alla mostra, che eccezionalmente per quella giornata chiuderà all’una della notte. Dalle ore 17 fino alla chiusura di sabato 27 novembre, il biglietto d’ingresso sarà tra l’altro ridotto per tutti.

PROGRAMMA
Ore 18. Gianni Mura, il principale giornalista sportivo italiano, da quasi trent’anni inviato al Tour de France, dialogherà con Marco Goldin, curatore della mostra Mediterraneo da Courbet a Monet a Matisse, tra l’altro appassionato e praticante di ciclismo, sul tema “I paesaggi di Van Gogh, Monet e Cézanne al tempo del Tour de France”. Un inedito punto di vista sui più affascinanti paesaggi del sud della Francia, dai campi di lavanda in Camargue al monte Ventoux, mitica salita del Tour tra l’altro presente in un quadro del pittore d’inizio Ottocento Bidauld.

Ore 19. Il Quartetto Desueto in concerto, dal titolo Mari lontani. Giacomo e Mauro Da Ros, Aldo Betto e Cesare Ceschin, tra chitarre, basso e fiati tra cui spicca il sax di Ceschin, alla scoperta dei ritmi caraibici da un lato e dall’altro seguendo il filo di affascinanti canzoni scritte in proprio e dedicate al tema del mare.

Ore 20. Marco Goldin racconta la mostra Mediterraneo da Courbet a Monet a Matisse. Seguendo una consuetudine che negli ultimi dieci anni lo ha portato a presentare le sue mostre con grande successo e partecipazione di pubblico nei principali teatri italiani, lo storico dell’arte trevigiano introduce temi e motivi dell’esposizione, con la consueta capacità di descrivere i quadri attraverso le parole. Ad accompagnarlo sul palco, l’attore Gilberto Colla che leggerà brani dalle lettere di Van Gogh, Monet e Cézanne oltre a Renzo Ruggieri alla fisarmonica e Piero Salvatori al violoncello.

Ore 21.30. In anteprima assoluta, un grande evento musicale. Per la prima volta insieme Antonella Ruggiero e la PFM. Lo storico gruppo italiano insieme a una delle voci magiche della canzone d’autore italiana. L’omaggio a Fabrizio De Andrè sarà accompagnato anche dalla rilettura di qualche classico dei rispettivi repertori, in un concerto che promette di essere un’autentica sorpresa nel segno della meraviglia. Da non mancare!

Vi aspettiamo dunque tutti a Genova!

L’occasione di questa comunicazione è anche importante per segnalare che sul sito www.lineadombra.it da alcuni giorni è attivo lo straordinario virtual tour dedicato alle mostre di Rimini, Parigi. Gli anni meravigliosi. Impressionismo contro Salon e Caravaggio e altri pittori del Seicento. Capolavori dal Wadsworth Atheneum di Hartford. Si tratta di un’occasione unica per entrare in diretta nelle sale suggestive di Castel Sismondo e ammirare quasi dal vero la bellezza delle tante opere giunte da tutto il mondo per celebrare il clima affascinante della Parigi del secondo Ottocento e il mondo caravaggesco. Il successo di visitatori che le mostre hanno avuto nei primi venti giorni di apertura, testimonia di come il pubblico stesso abbia ben compreso la novità assoluta nella presentazione di un mondo così articolato come quello parigino del XIX secolo. Entrate dunque nel magico mondo del virtual tour e sarete proiettati nella Parigi di Monet e Renoir, di Van Gogh e Manet. E tuffatevi nella ricostruzione fedele di una sala parigina del 1880.

Ricordate che a Villa Manin di Passariano di Codroipo (Udine) è aperta un’altra grande mostra storica organizzata da Linea d’ombra, Munch e lo spirito del Nord. Scandinavia nel secondo Ottocento. Per la prima volta in Italia l’opera di Munch posta in relazione e a confronto con gli splendidi maestri della pittura in Danimarca, Finlandia, Svezia e Norvegia. Una mostra che ha davvero conquistato pubblico e critica.

Per le prenotazioni alle mostre è attivo il call center, e potete chiamare lo 0422.42999. Oppure inviare una mail a biglietto@lineadombra.it oppure naturalmente consultare il nostro sito www.lineadombra.it dove i privati possono anche prenotarsi autonomamente.

Sempre sul sito, a partire da questo indirizzo https://shop.lineadombra.it/articoli.asp?cat=1, potrete anche acquistare, con carta di credito o in contrassegno, i cataloghi di tutte le mostre. Vi verranno spediti con corriere espresso direttamente a casa vostra.

E da metà dicembre sarà pronto e consultabile sul sito anche il virtual tour della mostra di Genova dedicata al Mediterraneo.

Linea d’ombra - Ufficio comunicazione

lunedì 8 novembre 2010

Il Caravaggio una mostra impossibile. Milano


Un nuovo straordinario evento dedicato a Caravaggio, nella sua terra di origine, chiude le celebrazioni per il quarto centenario della morte del maestro lombardo.

Tutte le opere di Michelangelo Merisi (1571 – 1610) si potranno ammirare nel loro folgorante splendore nella mostra Caravaggio. Una mostra impossibile allestita in Palazzo della Ragione a Milano, dal 10 novembre 2010 al 13 febbraio 2011. Ma non solo. Entrando nello spazio espositivo il pubblico sarà accompagnato da Caravaggio in un affascinante viaggio alla scoperta dei segreti della sua vita e della sua arte.

Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dalla Rai Radiotelevisione Italiana, e prodotta e organizzata da Arthemisia Group e Palazzo della Ragione, la Mostra impossibile del Caravaggio raccoglie 65 capolavori - l’intero corpus delle opere di Michelangelo Merisi, nessuna esclusa e comprese alcune attribuite – riprodotti ad altissima definizione e disposti lungo un itinerario cronologico. Un viaggio “impossibile” tra dipinti disseminati nei musei, nelle chiese e nelle collezioni private di tutto il mondo, che diventa realtà nell’era della riproducibilità digitale dell’opera d’arte.

"Un Caravaggio impossibile ma probabile, con una premessa: non c'è cultura senza educazione. Questo è il senso del progetto - spiega l'Assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory -. L'arte antica ha bisogno di futuro e questo Caravaggio virtuale ha qualcosa di molto reale: la possibilità di conoscere la bellezza dell'arte attraverso la tecnologia, con il sorprendente risultato di riuscire a vedere tutte le opere di Caravaggio in un unico spazio scenico".

Grazie a questo progetto ideato e curato da Renato Parascandolo, realizzato dalla Rai in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e con un comitato scientifico composto da Ferdinando Bologna e Claudio Strinati, le opere di Caravaggio conservate da Parigi a San Pietroburgo, da New York a Princeton, da Dublino a Vienna, da Roma a Napoli, Firenze, Siracusa, ecc. sono oggi fruibili in uno stesso luogo. I quadri, riprodotti in digitale con tecnologie d’avanguardia ad altissima definizione, nel rigoroso rispetto delle dimensioni, dei colori e della luce originali, si trovano finalmente riuniti realizzando un sogno a lungo coltivato da studiosi, critici e appassionati.

L’esposizione supera spazio e tempo e fa rivivere a distanza di secoli il pittore più moderno e rivoluzionario della storia, seguendo passo dopo passo le tappe dalla sua opera e della sua vita burrascosa.

Entrando in una vera e propria wunderkammer, i visitatori saranno infatti accolti da performer nei panni del grande maestro e verranno condotti nel suo mondo attraverso aneddoti di vita vissuta e racconti sulle opere, scanditi in tre fasi temporali: gli esordi, la maturità, il periodo precedente la prematura scomparsa. Caravaggio rivive altresì attraverso numerosi film, documentari storici e spettacoli a tema, proiettati su grandi schermi televisivi; l’atmosfera dell’epoca si respira nella sezione con i quattro dipinti del maestro in cui compaiono strumenti musicali e spartiti. Un sottofondo sonoro di madrigali, cantati da un coro a quattro voci, pervade l’ambiente: sono le musiche dipinte dal Caravaggio in quattro opere famose: Riposo durante la fuga in Egitto (1596), le due versioni del Giovane che suona il liuto (1596-97) e Amore vincitore (1602).

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CARAVAGGIO
Una mostra impossibile
Milano, Palazzo della Ragione
10 novembre 2010 – 13 febbraio 2011

A cura di Renato Parascandolo

Orari
Martedì – domenica ore 9.30 > 19.30
Giovedì ore 9.30 > 22.30
Lunedì ore 14.30 > 19.30
La biglietteria chiude un’ora prima

Biglietti (Visita animata inclusa)
Intero € 9,00
Ridotto € 7,00
Scuole € 4,50

Diritto di prevendita
Singoli e gruppi € 1,50
Scuole € 1,00

Informazioni e prenotazioni
T 199 500 200
(dal lunedì al venerdì ore 8.00 > 20.00, sabato ore 8.00 > 13.00)

Biglietteria on line
http://www.vivaticket.it/

Visite animate partenza gruppi ogni 20 minuti
(la prenotazione non è richiesta)
Informazioni e prenotazioni scuole e gruppi
Ad Artem
T 02 6597728
info@adartem.it
www.comune.milano.it/palazzoreale
http://www.arthemisia.it/
http://www.caravaggio.rai.it/

Fonte: Ministero Beni culturali

lunedì 1 novembre 2010

Giuseppe Guindani

Un artista dà quel che si porta dentro. Ma è pur necessario che giunga la scossa di un motivo esteriore a destare la pienezza del suo atto creativo; come l'urto improvviso di una brezza che s'alzi ed empia, spingendo, la vela della sensibilità artistica.
Esistono le «occasioni» (come le ha chiamate Montale) uniche e ineludibili per un' artista; gl'infallibili eventi, oggetti, luoghi, sui quali egli addensa le più urgenti affezioni del cuore; le corde più remote della sensibilità creatrice. Sono questi i momenti in cui il suo tesoro d'umanità e le sue qualità d'artista si fondono in un solo slancio; trovano quell'accordo, intimo e fervente, in grado di donare significato e valore di poesia a tutto ciò che vedono, sentono, esprimono. E' allora soltanto che le forme e il tempo delle «occasioni» esteriori diventano le forme e il tempo interiori dell'opera d'arte; come figli d'un unico sangue, di una sola volontà: rendere vivente nell' opera l'emozione provata dinnanzi allo spettacolo e al senso della vita. Anche se non può competere con Venezia e la sua laguna, nè con il Lago Maggiore e le sue isole deliziose (motivi prediletti da una sceltissima schiera di artisti che, tra Ottocento e Novecento, traluce di nomi come quelli di Ranzoni, Fontanesi, Bazzaro, Morbelli, Boccioni, Carrà, Marussig, Del Bon, Bresciani da Gazoldo e altri), il Lago di Garda è stato fonte d'ispirazione per un buon numero di pittori del nostro secolo.
Pittori schivi o appartati, in genere mal conosciuti; i quali, sapendo fin troppo bene il rischio del vedutismo banale, hanno saputo ricreare la bellezza vera delle sue acque e dei suoi cieli immensi e frastagliati, delle sue lontananze a quando a quando vaporanti e incombenti, dei suoi golfi e paesi voluttuosi e fioriti. Motivi e figure del Lago di Garda non sono mai mancati nel repertorio iconografico della tradizione artistica mantovana del nostro secolo: in Zerbinati (lo stretto collaboratore della rivista veronese «La Via Lattea», fondata da Casorati), Bresciani da Gazoldo, Zanfrognini, Facciotto, Perina, Dal Prato, Marini, Nene Nodari, Guindani.
Al vaglio della storia artistica passata e recente, Giuseppe Guindani resta tra i cantori più schietti, fedeli e memorabili del Lago di Garda. Di lui si conoscono i lunghi e abituali soggiorni a Malcesine dal 1924 al 1934 (con soste, brevi e intermittenti, prima e dopo questo decennio), nella casa circondata da una lussureggiante flora mediterranea, da dove lo sguardo poteva spaziare sulle rade e gli orizzonti lacustri. A Malcesine - in quegli anni ancor più di Mantova lontana dal rombo della storia - Guindani veniva a rifugiarsi come in un paradiso dorato, ai margini della scena artistica del suo tempo; per scelta di volontario isolamento e di una dignitosa solitudine; forse aristocratica, forse chiusa in una sua malinconia del vivere, ma artisticamente attiva; piena di idee creative; rigogliosa di momenti contemplativi che Guindani, tenendosi al fianco la moglie Aristea come l'essere più importante della sua esistenza d'ogni giorno, traduceva in apparizioni di colori inebrianti e preziosi; abitate dal sentimento che la vita è una lenta magnificenza da scoprire nel giorno che non finisce mai; nè mai d'incantare gli occhi di un pittore autentico.
Guindani e la sua pittura sono legati a Malcesine da fibre profonde. Non è eccesivo dire che il Lago di Garda ha plasmato parte della sua vita e della sua formazione artistica. II pittore mantovano ha fatto di Malcesine e del Lago di Garda quel che un Birolli ha fatto di Manarola e delle Cinque Terre: il luogo assoluto, previlegiato, dell'ispirazione felicemente e totalmente riversata nella visione e nella riflessione del paesaggio naturale. Vero e consolidato maestro nella pittura di ritratto e d'interni (sin dagli anni Dieci, quando riceve l'elogio beneaugurante di Boccioni), dopo Malcesine Guindani diventa paesaggista mirabile a tutti gli effetti.
Qui, ove anche Goethe aveva indugiato in estasi, assimilando scorci e atmosfere del Garda nei suoi disegni folgoranti e meticolosi allo stesso tempo, Guindani sapeva cogliere la soavità piena di questa luce veneta, tra le rive sinuose e animate da riverberi ora squillanti, ora velati. Nei suoi dipinti del periodo di Malcesine, le immagini del lago respirano di sè stesse, come bianchi lini nella calura; sciorinate nella fragranza amorosa di una pittura sempre più intrisa d'infinite modulazioni del campo cromatico che si accende d'impennate verdi, blu, bianche, rosa, gialle; a prova di un'immaginazione calda e moderna; nata sotto il segno della solarità di un Ingres e delle larghe stesure cromatiche di Gauguin; memore della scintillante e festosa «naturalità» di Armando Spadini e di quei brani pittorici di spontaneità quasi fisica creati dal suo vecchio insegnante di Brera, Cesare Tallone: maestro nell'orchestrare lo squillo d'un bianco o d'un rosso che empie di vibrati riflessi un verde, un bruno, un blu che si trovino accanto. Nella stretta e operosa alleanza tra spontaneità e riflessione, Guindani viveva Malcesine e i suoi scenari naturali con un sentimento esultante e rapito dalla bellezza delle cose che vedeva intorno. Senza mai indulgere al confuso trasformismo stilistico dei vari classicismi, arcaismi e avanguardismi di quei tempi, Guindani è stato un limpido, strenuo esempio di pittore coerente alle proprie ragioni interiori (come un Morandi, un Licini, un De Pisis). I dipinti gardesani lo testimoniano ampiamente, in modo commovente; schiusi come fiori tuffati in una specie di mimesi della luce che si profonde in macchie cromatiche risplendenti, illimitate, portatrici di un lirismo vivido, espanso, primaverile; talora sfiorato da crepuscolari delicatezze, tal' altra da chiarori a non finire, d'alto meriggio, che percuotono l'anima di un senso di gratitudine alla vita.
A Malcesine Guindani trova nuovi spazi di libertà creativa; stempera gli aspetti più compassati e levigati del suo tradizionale, nobile lavoro d' atelier; si dispone a inediti e corroboranti equilibri pittorici tra valori luministici e strutture compositive del quadro.
Il paesaggio lacustre inargentato da flutti appena turbino si, il fogliame dei broli trafitto dal sole, l'eburnea figura biancorosa di Aristea incisa su uno sfondo di perla, i morbidi pennacchi dell'elegante papiro elevati al cielo blu cobalto, i roridi intrecci delle vigne e degli olivi a fine estate, sembrano nascere sotto i nostri occhi; per un gioco di valori e di toni mai tanto immediato, sfolgorante e sugoso.
Senza mai sperdere la forbitezza plastica, la visione si dipana fino all'iridescenza pura, che dilata i confini dello spettro visibile, quasi sfuggendo alla «legge della cornice».
A differenza di gran numero di pittori attratti, in prevalenza, dalle linee d'acqua del paesaggio, Guindani ha dipinto volentieri l'entroterra delle riviere gardesane: le soleggiate stradine di campagna, i monti sorgenti di lontano, i declivi gremiti di olivi, gli orti e i giardini fiammeggianti d'erbe sempreverdi, di fiori variopinti; sovente abitati da figure muliebri iridate, irrigate, sforate dai battiti della luce e delle ombre colorate.
Guindani a Malcesine s'immerge nel cuore del visibile, sopprimendo la distanza che, nella pittura d'atelier, il «motivo» elevato a «soggetto» del quadro frappone tra sè e l'artista. Sul Garda la pittura di Giuseppe Guindani non si preoccupa di tenere il mondo sullo sfondo; come si può ammirare nel tema del giardino. Come un dono inesauribile e prezioso deve essergli parso il giardino. La cosa più desiderabile e seducente; l'emblema (come, ad esempio l'albero solitario nella pittura di Carlo Mattioli), il luogo dell'anima, il campo eliso in cui l'artista non solo trasfonde tutta la sua maestria e il suo amore della pittura; ma può crederlo la parte immortale della sua vita. 
"Gian Maria Erbesato"





BIBLIOGRAFIA

1916
Boccioni, Le Arti plastiche - Mostra artistica mantovana, , in «Gli avvenimenti», anno II, numero 11, Milano, 5-12 marzo.

1922
Catalogo della «Esposizione Nazionale d'Arte», marzo-aprile. Catalogo della «XIII Esposizione Internazionale d'Arte della Città della Venezia», Venezia.

1923
Catalogo della «Quadriennale», Società Promotrice delle Belle Arti, Torino, marzo¬ottobre. Catalogo della 30^ Mostra Artistica Interprovinciale Mantovana», Palazzo Ducale, Mantova, primavera. catalogo della «Esposizione Nazionale d'Arte», Milano, settembre-novembre.

1924
Catalogo della «Seconda Esposizione di Arte e Industria Artistica», Palazzo Ugolani Dati, Cremona, maggio. Catalogo della «XIV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia», Venezia 1924.

1925
Catalogo della «Terza Biennale Romana», Palazzo di Belle Arti, Roma, primavera. Catalogo della «Mostra d'Arte Pura ed Applicata all'Industria» Brescia, maggio-giugno. Catalogo della I Esposizione Fiumana Internazionale di Belle. Arti, Municipio di Fiume, agosto-settembre. Catalogo della «Mostra Nazionale di Belle Arti», Accademia di Brera, Milano autunno.

1926
Catalogo della «XV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia», Venezia

1928
I 199 artisti ammessi alla XVI Biennale - 137 opere di pittura, 53 di scultura, 37 di bianco e nero, in «Gazzetta di Venezia», Venezia, 29 marzo.
Catalogo della «Fiera d'Arte Mantovana», Palazzo della Camera di Commercio, Mantova, aprile-maggio.
Catalogo del «XVI Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia», Venezia.
Piero Torriano, In giro per la mostra - confessioni e commenti, in «XVI Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia MCMXXVIII. VI» - numero speciale dell' «Illustrazione Italiana», Milano, supplemento al n. 40 del 30 settembre.

1932
Catalogo della «III Mostra del Sindacato Regionale Fascista Belle Arti di Lombardia», Biennale di Brera, Milano, febbraio.

1934
Catalogo della «V Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista delle Belle Arti di Lombardia», Palazzo della Permanente, Milano, maggio.

1936
Catalogo della «VII Mostra del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti di Milano», Palazzo della Permanente, Milano, 15 febbraio - 15 marzo.
Aldo Pasetti, La VII Mostra sindacale delle Belle Arti di Lombardia, in «Gazzetta del Popolo della Sera», Torino, 24 febbraio.

1938
Catalogo della «IX Mostra d'Arte - I Mostra del Cartellone e Grafica pubblicitaria del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti Milano», Palazzo della Permanente, Milano 14 maggio - 14 giugno. Catalogo della «Mostra sociale d'autunno», della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano novembre-dicembre.

1939
Catalogo della «Mostra dei Pittori, Scultori e Incisori Mantovani «800» e «900» - II Edizione», Palazzo Te, Mantova 14 maggio - 30 giugno.
Scorcio di uno dei saloni (opere di Guindani) della mostra del Premio Cremona, della quale avrà luogo oggi la vernice (fotografia in bianco e nero), in «Il Regime Fascista», Cremona; 18 maggio.
Il Premio «Cremona» (Illustrazione in bianco e nero del dipinto di Giuseppe Guindani (motto «Ardere») dal titolo: A Monaco noi abbiamo operato per la pace con giustizia, in «Il Regime Fascista», Cremona, 4 giugno.

1939
Illustrazione in bianco e nero del dipinto di Giuseppe Guindani La strada, in «Rivista Bimestrale Unione prof. e Artisti di Mantova», Mantova. Nicodemi - Bezzola, 1939, n. 2648.

1941
Catalogo della «VIII Mostra Sindacale degli Artisti Mantovani», Teatro Sociale, Mantova maggio-giugno.

1942
V.c., La XII Sindacale d'Arte Lombarda, in «Il Popolo d'Italia», Milano, 10 ottobre.

1947
Umberto Zerbinati, Ricordo di Giuseppe Guindani, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 17 gennaio (pubblicato anche in estratto a off-set).

1949
Catalogo della mostra personale, Galleria Bolzani, Milano.

1950
Artisti mantovani scomparsi: Giuseppe Guindani, in «Le leggi dello spirito», numero unico, Mantova ottobre.

1951
Aldo Carpi, Giuseppe Guindani pittore, e Vincenzo Costantini, L'opera di Giuseppe Guindani, in catalogo della mostra personale, Palazzo della Ragione, Mantova giugno. Inaugurata la mostra di Giuseppe Guindani, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 12 giugno.

1957
Da domani a Milano: «Personale» postuma di Giuseppe Guindani, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 4 ottobre.
Ugo Nebbia, introduzione critica al catalogo della mostra personale, Galleria Barbaroux, Milano, ottobre
L.G., Carlo Carrà all'inaugurazione della «personale» di Guindani, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 6 ottobre.
Mario Lepore, Mostre d'Arte, in «Corriere d'Informazione», Milano, Il - 12 ottobre. Mario Monteverdi, Andar per mostre, in «Corriere Lombardo», Milano, Il - 12 ottobre
M.D.M. (Mario De Micheli), Giuseppe Guindani, in «L'Unità», Milano, 16 ottobre. G.M., Giuseppe Guindani, in «L'Italia», Milano, 16 ottobre.
Dino Villani, Cronache d'arte - Impressioni sulla mostra milanese - Anticonformismo di Giuseppe Guindani, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 18 ottobre. Mario Lattes, Le mostre a Milano, in «Nuovo Corriere degli Artisti», anno VII, n. lO, ottobre.
Fazio, Guindani alla Galleria Barbaroux, in «Auditorium», anno VI, n. 11, Roma, novembre.
Mario Portalupi, Giuseppe Guindani, in «Notiziario d'Arte», Milano

1959
Riproduzione in bianco e nero di Le amiche e di Contadino, in «Bancarella», anno V, fascicolo XXV, Mantova, maggio.
Inaugurata la mostra di Giuseppe Guindani, in «Il Resto del Carlino» - cronaca di Mantova, Bologna, 19 aprile.
Inaugurata alla Gonzaghesca la retrospettiva di Guindani (riproduzione in bianco e nero di Donna in riposo, 1911), in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 19 aprile. Personale a Mantova di Giuseppe Guindani (riproduzione in bianco e nero di Autoritratto), in «Il Corriere lombardo», 4-5 maggio.
Ugo Nebbia, presentazione in catalogo della mostra personale, Galleria Gonzaghesca, Mantova, 18 aprile - 3 maggio.
G.L. Verzellesi, La «riassuntiva» di Guindani" in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 30 aprile.

1964
Palazzo della Gran Guardia - Quarta mostra artisti scomparsi, in «La Vernice», anno III, n. 6-7, Venezia, giugno-luglio.
Renzo Margonari, L'arte a Mantova dal 194 5 a oggi, (riproduzione in bianco e nero di Nell'orto), in «Città di Mantova», n. 10-11, Mantova, settembre.

1965
Catalogo della «Exposition de la Peinture ltalianne Contemporaine», Modern Art Center, Zurigo, marzo.
Riproduzione in bianco e nero di Fanciulla con didascalia «Mostra artisti scomparsi: Giuseppe Guindani (1886-1946) in copertina di «La Rivista di Lecco», anno XXIV, n. 3-4; Lecco, maggio-luglio.

1966
Renzo Margonari, Giuseppe Guindani, presentazione in catalogo per la mostra per¬sonale alla Galleria La Saletta, Mantova, 8-21 gennaio.
Renzo Margonari, Giuseppe Guindani, in «Gazzetta di Mantova», gennaio.
Il messaggio di Guindani, in «Il Resto del Carlino», cronaca di Mantova, Bologna 13 gennaio.
Telegrammi: Mantova mostra postuma, in «Il Giorno», Milano gennaio.
Elda Fezzi, Guindani, introduzione al catalogo per la mostra personale alla Galle¬ria Portici, Cremona, 1 giugno.
E.F. (Elda Fezzi), Mostre d'arte - Giuseppe Guindani alla Portici, in «La Provincia», Cremona, 8 giugno.
A. Coccia, Una mostra postuma presso la «Portici», in «L'Italia», Milano 13 giugno. Gallerie - Mostra del paesaggio italiano, in «Corriere della Sera», Milano, 29 settembre. Gabriele Mandel, Omaggio a Giuseppe Guindani (1886-1946), presentazione in ca¬talogo per la mostra personale all'Istituto Europeo di Storia d'Arte, Milano, 15 ottobre.
Gallerie milanesi: la terza mostra dell'Istituto Europeo di Storia d'arte, in «L'Italia», Milano, 21 ottobre.
R.M. (Renzo Margonari), Ricordo di Giuseppe Guindani a venti anni dalla scomparsa, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 17 dicembre.

1967
Catalogo della «Mostra d'Arte», Milano, 6 marzo; trasferita sull' «Augustus» in navigazione per l'America, e ripetuta a Buenos Aires, Rosario, Cordoba, Mendoza e Montevideo (riproduzione in bianco e nero di Fanciulla).
Catalogo-dépliant della «Quarta collettiva di Pittura e scultura», Istituto Europeo di Storia d'Arte, Milano, 17 giugno.
Sigue abierta la muestra que via;a con cuadros de artistas italianos, in «Los Andes», Mendoza, 16 ottobre.

1968
Jole Simeoni Zanollo, Alla sala «Boggian» di Castelvecchio quadri in galleria nel centenario (riproduzione in bianco e nero di Bambina), in «Vita veronese», anno XXI, n. 7-8, Verona, luglio-agosto.

1969
Lanfranco, Omaggio a Giuseppe Guindani (1886-1946), catalogo della mostra personale alla Saletta Giulio Romano - Palazzo degli abati, San Benedetto Po, 21 marzo.

1970
I «maestri» mantovani alla Galleria U.G.M., in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 28 febbraio.

1972
Mario Cattafesta, Le arti visive - Opere di Giuseppe Guindani alla Bottega «Isabella d'Este», in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 9 febbraio.
M. Cattafesta, Le arti visive - Insegnamento di Guindani, (riproduzione in bianco e nero di Contadino al sole), in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 16 febbraio. Renzo Margonari, Le mostre in città e provincia - Galleria Bottega d'Arte: Guindani (riproduzioni in bianco e nero di Contadino al sole), in «La donna mantovana», Mantova.
A.M. Comanducci, Dizionario Illustrato dei Pittori e incisori Italiani moderni, IV edizione, volume In, Milano (presente anche nella I, n, n. I edizione).

1974
Mario Cattafesta, La Galleria civica moderna (riproduzione in bianco e nero di Piazza Erbe), in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 5 ottobre.
Luciano Caramel-Carlo Pirovani, Galleria d'arte moderna - Opere del Novecento, Electa Editrice, Milano.

1975
Egisto Farina, introduzione critica al catalogo della mostra Giuseppe Guindani dal 1910 al 1931, (testimonianze di Umberto Boccioni e dello stesso Guindani), Ente Manifestazioni Mantovane, Loggia di Giulio Romano, Mantova, 15 marzo - 12 aprile (con 15 riproduzioni in bianco e nero e 8 a colori; breve cenno bibliografico).
Egisto Farina, Guindani con molti inediti (riproduzione in bianco e nero di Riposo, 1911), in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 15 marzo.
Vittorio Lusvardi, Guindani: l'arte come ragione di vita (riproduzione in bianco e nero di Ritratto della moglie), in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 29 marzo. Italo Friger, A trent'anni dalla morte - Riscoperta di Guindani grande artista del colore, in «Il Resto del Carlino» - cronaca del mantovano, Bologna, 9 aprile.

1976
V.L., In visita alle gallerie: Guindani, la mostra dedicata alla «fanciulle», (riproduzio¬ne in bianco e nero di Bambina con il pierrot, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, l0 aprile.

1977
Ma. Cat., Giuseppe Guindani: «Taccuini» e incisioni, (riproduzione in bianco e nero di Piazza Leon Battista Alberti, acquaforte, e Ritratto di Aldo Fiozzi, carboncino), in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 19 marzo.
Riproduzione in bianco e nero di Mantova intima, incisione in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 2 aprile.

1978
Catalogo della «58 Mostra d'Arte», Palazzo Re Enzo, Bologna 20-31 marzo. Diverse citazioni e riproduzioni in bianco e nero nella monografia di Renzo Margonari, Mario Lomini, Mantova.

1980
F. Solmi, Introduzione al catalogo (Ed. Grafis) della mostra antologica, Chiostro di San Francesco, Mantova, febbraio.
Catalogo della mostra La Metafisica Anni Venti, Galleria d'Arte Moderna, Bologna, maggio-settembre.
L. Meneghelli, Giuseppe Guindani, Quaderni «Artisti Contemporanei» n. 231, (Ed. Ghelfi), Verona.

1981
Personale alla Galleria San Luca, Verona, marzo.
J.P. Jouvet, Il successo dopo la morte, in «L'Arena», Verona, 8 marzo. Personale alla Galleria Patrizia, Montecatini Terme, 20 agosto – l0 settembre. S. Ghiberti, Guindani a Montecatini, in «Gente», Milano, Il ottobre.

1982
Personale alla Galleria Il Trittico, Roma, 30 gennaio - 5 febbraio.
D. Petrocelli, Guindani, protagonista del silenzio, in «Il Tempo», Roma, 19 febbraio. B. Romiti, Giuseppe Guindani, in «Scena Illustrata», Roma, luglio.

1983
M. Capisani Polarolo, L'assillo di Guindani, dipingere lo spirito, in «Gazzetta di Mantova», Mantova, 23 settembre.

1984
R. Margonari, Introduzione al catalogo della mostra Incisori Mantovani degli Anni Trenta, Virgilio di Mantova, 7 aprile - 6 maggio.
G. Perocco, Giuseppe Guindani, 1886-1946, Centro d'Arte San Vidal, Venezia, 16-30 giugno.
R. Margonari, F. Bartoli, G.M. Erbesato, Disegno Mantovano del '900, Museo Civico di Palazzo Te, Mantova, settembre-dicembre.

1988
G. M. Erbesato, Disegni di Guindani, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Quistello (MN), maggio.